Lettera aperta al ministro Brunetta

"Se non avessimo la Calabria, la conurbazione Napoli-Caserta, o meglio se queste zone avessero gli stessi standard del resto del Paese, l’Italia sarebbe il primo Paese in Europa". Così si è espresso il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, secondo quanto riporta "Il Giornale". Il segretario del Pri Francesco Nucara gli ha risposto con una lettera aperta.

Caro Renato, Tu sei un ottimo ministro della Repubblica. Stai facendo un buon lavoro, nel tentativo di modernizzare la struttura della pubblica amministrazione. Attività faticosa e piena d’imprevisti, viste le resistenze di una burocrazia che, troppo spesso, rifiuta l’etica della modernizzazione e del cambiamento. Tanto stress e una vita decisamente pericolosa. Quando però dici che Napoli, Caserta e la Calabria sono il cancro dell’Italia, dimostri solo di essere andato oltre la soglia della crisi di nervi, per sprofondare in un abisso senza ritorno.

Caro Ministro Ti consigliamo di fermarTi un attimo, prima di parlare del Mezzogiorno. Tirare un profondo sospiro e, solo dopo, misurarsi con un tema complesso come quello che vorresti evocare. Anche Salvemini parlava dei "cafoni" meridionali. Ma in quelle parole non c’era traccia di razzismo, bensì la partecipazione sentita a un dramma nazionale. Tu caro Renato, invece, semplifichi tutto. Dimentichi la storia recente e passata. Scimmiotti Umberto Bossi, forse nel tentativo di riconquistare quel primato che i veneziani Ti hanno recentemente negato, nella Tua candidatura a sindaco della città. Ma soprattutto dimentichi che il Tuo partito di riferimento non è la Lega Nord, ma il PDL. Ed il PDL può ancora svolgere una funzione di carattere nazionale, solo perché quel "cancro" ha votato in massa per Silvio Berlusconi, nella speranza di un riscatto politico e sociale che tarda a manifestarsi.

Basterebbero queste considerazioni per rimettere a posto le cose e dare a Cesare quel che è di Cesare. Se vogliamo approfondire l’analisi, vorremmo tuttavia ricordare che quella Mestre di cui il Ministro è tanto fiero è cresciuta, in passato, grazie al lavoro di migliaia d’immigrati meridionali, che hanno lavorato sodo, accontentandosi, per anni, di un pugno di lenticchie. Solo per questo meriterebbero più rispetto.

Aggiungiamo che le grandi opere del Nord – dal Mose alla variante di Mestre – non sono nate, come Venere, dalla spuma del mare. Sono state finanziate anche dalle imposte pagate dai "cafoni", che hanno dato tanto e ricevuto poco. Il Ministro, che è anche un economista, non trascuri l’ultimo rapporto della Banca d’Italia sul Mezzogiorno. Vi troverà dati interessanti che fanno giustizia di tanti luoghi comuni. Ne citiamo soltanto uno.

Negli equilibri di finanza pubblica, la spesa previdenziale pesa per circa il 40 per cento del totale. Se fossimo riusciti a contenerla, l’Italia – come Tu hai detto – sarebbe uno dei paesi virtuosi dell’Europa: poco deficit, ma soprattutto poco debito pubblico e quindi più risorse da investire nelle zone più arretrate del Paese. Un solo esempio. In Liguria la spesa previdenziale pro–capite è di euro 5.900, in Calabria di euro 3.700: il 40 per cento in meno. Differenze queste che si riscontrano paragonando l’intero centro – nord con il Mezzogiorno.

Dovresti, quindi, avere più moderazione nei giudizi, sia come intellettuale, ma soprattutto come Ministro di quella Repubblica "una ed indivisibile", come recita l’articolo 5 della nostra Costituzione, sulla quale hai giurato, prima di assumere l’incarico.

Se prosegui su questo tono, per migliorare l’economia dovremmo gassificare tutti quelli che per motivi fisici sarebbero improduttivi per "il Tuo" concetto di crescita del Paese.

Caro Renato ripensaci e chiedi scusa non solo verbale ai calabresi e più in generale ai meridionali.

Con viva cordialità e altrettanta sincerità,

Francesco Nucara, Segretario Nazionale Pri